martedì 26 agosto 2014

Libri - Un antropologo su marte, Oliver Sacks


Il titolo mi ha incuriosito alla prima occhiata. Ho trovato questo libro in offerta durante una delle nostre solite incursioni notturne alla Feltrinelli e ho deciso che dovevo averlo. È stato uno dei due libri che mi sono portata in valigia e non me ne pento affatto. Leggerlo è stata un'esperienza mistica. Certo, in Marocco è molto più facile (e cheap) avere esperienze mistiche, ma questo non toglie nulla al merito del lavoro di Oliver Sacks. A un certo punto ho cominciato a dubitare della veridicità dei racconti, ma il dottor Sacks è un neurologo e un professore di prestigio. Le sue osservazioni sono supportate da un'ampio apparato bibliografico e da numerose note di approfondimento.
Questa raccolta ha la peculiarità di suscitare l'interesse sia di chi è già avvezzo ai temi della malattia mentale, sia di chi invece cerca delle storie appassionanti dal punto di vista narrativo. Il dottor Sacks guida il lettore in un viaggio affascinante e terrificante nella mente umana, partendo dai casi limite che ne rivelano la natura più profonda, il tutto con parole chiare e lo spirito investigativo degno di un giallo. Per comprendere la malattia neurologica, il dottor Sacks ritiene che sia indispensabile immergersi nella vita del paziente, osservarlo all'opera in diversi contesti e constatare in che modo il paziente si adatti alla sua malattia. La peculiarità della malattia neurologica è che tocca in profondità l'identità del malato: non si tratta semplicemente di un corpo esterno che aggredisce la persona, ma di una parte di sé, un deficit che diventa parte integrante della vita quotidiana, tanto che è difficile immaginare la propria esistenza a prescindere da questo tratto identitario. 

 

Sette racconti esplorano le esistenze di sette individui, partendo dal pittore che non vedeva i colori, passando per l'uomo guarito dalla cecità che deve imparare a vedere, l'artista rinchiuso nel paesaggio vivido della sua infanzia in un paesino toscano, fino a due casi di autismo peculiari. 
“L'ultimo hippie” è la storia di un uomo che, a causa di un tumore benigno al cervello, perde la vista e la memoria a breve termine, ed è quindi congelato negli anni '60 della sua gioventù. Questo racconto è a tratti molto toccante, come lo è l'ultimo, “Un antropologo su Marte”, la storia di Temple Grandin, una donna autistica di particolare intelligenza. Oltre ad occuparsi della progettazione di impianti per l'allevamento, Temple, il cui autismo le rende impossibile comprendere le emozioni ed avere autentici rapporti affettivi, si sforza di comprendere la sua malattia in maniera molto umana e commovente. Il racconto che mi ha colpito di più è stato “Vita di un chirurgo”, il resoconto di un weekend nella vita del chirurgo tourettiano Carl Bennett. La sindrome di Tourette non corrisponde allo stereotipo delle parolacce urlate in momenti inopportuni, è molto più complessa e affascinante: è come se il nucleo istintivo del cervello fosse iperattivo e mancasse un filtro tra esso e il comportamento cosciente. Ha dell'incredibile quindi che un tourettiano possa essere un chirurgo, e per di più pilotare un aereo.
Tra queste pagine ho trovato qualche risposta alle domande che animano la filosofia della mente, ma in fondo credo siano domande che ci poniamo tutti, persino una persona autistica come Temple Grandin.

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