martedì 13 maggio 2014

Libri – Il sole dell'avvenire, Valerio Evangelisti


A prenderlo in mano sembra uno di quei libroni pesantissimi che non finiscono più. Invece, dietro questa bella copertina gialla si nasconde una storia pulsante di vita. Evangelisti ci guida in un viaggio nell'Emilia Romagna di fine Ottocento, dove Attilio, la moglie Rosa e il figlio Canzio sono sballottati dai movimenti intestinali della Storia. Le vicende sono raccontate con parole semplici, capitoli brevi, sguardo solidale. Nessun grande dramma o vicenda avventurosa (se non nell'ultima parte, dedicata a Canzio), solo le vicissitudini di chi cerca di sopravvivere in un contesto di povertà, prevaricazioni e sfighe continue. Insomma, stiamo parlando di fine Ottocento o dei primi anni duemila? Chiaramente di fine Ottocento, perché la politica era ancora piena di speranze e impegno. Il sole dell'avvenire è infatti il socialismo, le cui vicende influenzano il corso della narrazione.
Consigliato a chiunque abbia anche solo un vago interesse per la storia, soprattutto la storia sociale. Quelli che di fronte a un elenco di date di guerre, trattati e battaglie si sono sempre chiesti: sì, ma la gente cosa faceva? Come viveva? Cosa pensava? L'importanza di libri come questo è che mirano a illuminare gli angoli bui della storia (un po' come tenta di fare, seguendo una via più animata, il collettivo Wu Ming). Sarà poco, ma è quello che serve per costruire una coscienza civile.
Unica pecca, manca di emozione. Certe scene sono appena delineate: sarebbe stato bello addentrarsi un po' di più nella psicologia dei personaggi.

 "Legalità è la parola di cui si riempe la bocca chi vuole che il mondo resti com'è"