martedì 5 agosto 2014

La guida di La Procrastinazione a Barcellona


Barcellona è la città del piacere. È una Berlino con il mare, un'Amsterdam con il sole, una Parigi senza parigini (per la maggior parte dell'anno...). Oltre alla bellezza architettonica e all'incredibile varietà di svaghi, ha qualcosa in comune con queste mete del turismo ggiovane: la tendenza a svendersi. Barcellona è molto più povera di Amsterdam e Berlino, nonostante la Catalunya sia la regione più ricca di Spagna. Questa tendenza a svendersi ai turisti, senza vergogna e senza una pianificazione a lungo termine, è esasperata a Barcellona. L'intento è guadagnare il più possibile, senza preoccuparsi di reinvestire nelle infrastrutture. La città si riempe a ritmo esponenziale di ristorantini pretenziosi e trappole per turisti. Il target è molto semplice: da una parte, i viaggiatori-ignoranza, quelli che vogliono andare al mare e in discoteca, ma non possono permettersi Ibiza. Per intenderci, gli italiani e gli australiani, in genere. Senza offesa. Dall'altra parte, gli europei e gli americani facoltosi, che vanno a Barcellona per vedere la Sagrada Familia, assistere agli spettacoli di Flamenco nei migliori teatri e assaggiare la paella nel ristorante più chic della città.
In questo scenario, lo spazio per il viaggiatore-non-ignorante e il turista-non-facoltoso si restringe a vista d'occhio. Ciò detto, esistono ancora delle piccole oasi di caos genuino. È appunto queste oasi che ho cercato di esplorare, non sempre con successo.

El Born
Per la prima volta ho fatto un giro nel quartiere di tendenza, il quartiere hipster per intenderci. Tanti negozi di designer locali, qualche negozio di nomi internazionali, tra cui il Lomography Embassy Store (la mia meta della giornata). Il quartiere è attraversato dalla strada medievale per eccellenza, il carrer Montcada, in cui si trova il Museu Picasso. El Born confina con il parc de la Ciutadella, un ottimo posto per sdraiarsi sull'erba, fare un picnic e godersi il bel tempo. Ci sono tantissimi posti interessanti in cui mangiare (un ristorante biologico di cui non ricordo più il nome, panetterie e pasticcerie di classe, come BarcelonaReykjavik, bar a tapas), il problema è che i prezzi sono più alti di altri quartieri meno hip.

Barri Gotico
Il quartiere gotico non è assolutamente una di quelle oasi di caos genuino di cui parlavo. Al contrario, è un quartiere che sembra avere barattato l'anima per il favore delle masse. Così facendo, però, ha acquistato un'altra anima: quella della giustapposizione involontaria tra ricercatezza e ignoranza. Si alternano sofisticati concept store e negozi di souvenir made in China. Il posto ideale per fare shopping.
Di fianco alla cattedrale (il cui accesso è pagamento) c'è il piccolo Museu d'Historia de la Ciutat, un angolo di pace provvisto di wifi. Il Palau de la Musica Catalana non è nel quartiere, ma è giusto al di là dell'arteria parallela alla rambla. Anche qui l'ingresso per una visita è a pagamento (11 euro per studenti), ma se siete interessati al modernismo consiglio vivamente di investire, perché è molto caratteristico: il soffitto ricoperto di rose è sormontato da una magnifica cupola con vetrata istoriata. Nel terrazzino fanno la loro apparizione le famose colonne fotografate nella copertina della guida Lonely Planet.


El Raval
El Raval è il posto giusto per rifugiarsi quando si scappa dal turismo di massa. Ignorate Casa Camper e il suo ristorante strafighetto, il resto è quello che penso possa essere chiamato “la vera Barcellona”. Ogni angolo ha il suo negozietto aperto fino a tardi, che vende birre a un euro. Sono tantissimi i ristoranti a buon prezzo, ma di buona qualità (tra cui Veggie Garden, ristorante veg). L'attrazione principale è il MACBA, il museo d'arte contemporanea, interessante non tanto per le esposizioni (non sono un'appassionata di arte contemporanea), ma per la popolazione che affolla la piazza antistante: skater, cani, gente che beve birre, punk, skater con cani, skater che bevono birre, tanti skater. Nelle vicinanze troverete anche la Central del Raval, una libreria fornita, aperta fino a tardi.
Il modo migliore per passare il tempo però sono i club, come l'
Alhambra e la Mente, dove si può acquistare una selezione di erba a prezzi equi, sedersi, bere un the o una bibita, sfruttare il wifi, divertirsi con i giochi da tavolo. Il modo migliore per perdere tempo e rilassarsi. I club però ammettono soci solo su raccomandazione di un membro, quindi dovrete trovare qualcuno che garantisca per voi.
La Boqueria è il mercato coperto del Raval, vi si accede dalle Ramblas o dalle stradine circostanti. Oltre a verdure, pesce e carne, ci sono piccoli ristoranti che servono specialità di tutto il mondo a prezzi bassi e tanti banchetti di frutta e succhi freschi. 

La Barceloneta
Se volete prendere il sole, fate pure un giro alla Barceloneta. La spiaggia è ben attrezzata, con toilette e doccie pubbliche e gratuite. Dei venditori ambulanti distribuiscono mojito a 5 euro. Non credo di dover essere io a ricordarvi di portare lo stretto necessario: ho visto ragazze aggirarsi in città in bikini, dopo essersi fatti rubare persino le infradito. Il mare non è l'ideale per fare il bagno, va bene giusto per rinfrescarsi. Preparatevi a essere circondati da Erasmus italiani che decantano le virtù dell'università spagnola (tipo, non dover studiare per passare gli esami), francesi arrapati (che sbavano sulle), nordeuropee quindicenni in topless, famiglie mediorientali scandalizzate, australiani casinari... Una gran varietà di gente. Portatevi una buona crema solare perché il sole picchia, magari comprate il pranzo da qualche parte fuori dalla Barceloneta perché ci sono solo ristoranti di pesce infimi.

Un ultimo consiglio: non andate a Barcellona in agosto. A meno che non vogliate fare un'overdose di schiuma party.