martedì 24 giugno 2014

Gigs - dEbruit & Alsarah (@Avant Garden, 21/6/14)

Mi scusino i miei 25 lettori per la lunga assenza. Tra una procrastinazione e l'altra, sono riuscita anche a consegnare la mia tesi di laurea in Scienze della Cultura. Non me la sono inventata, esiste davvero. Del resto non vedo perché inventarmi una cosa tanto inutile, manco fosse il Master di Giannino.

In ogni modo, a Bologna è iniziata l'estate con prepotenza. Non ci si può davvero lamentare (anche se molti lo fanno): le cose da fare sono tantissime, cinema in piazza, arena Puccini, parchi in concerto, il tutto per di più GRATIS.
Tra gli altri, il parco del Cavaticcio è diventato lo scenario della rassegna Avant Garden, ricca di nomi interessanti. Sabato scorso è stata la volta di dEbruit, che ha presentato il nuovo disco di ispirazione africana, Aljawal. Consiglio vivamente di ascoltare suddetto disco. Come spesso accade, l'incontro tra culture diverse,  in questo caso l'elettronica parigina e la musica africana, è estremamente fruttuoso. Ora, tralasciando il fatto che sono arrivata mezz'ora prima della fine, il live è stato ottimo, una di quelle serate in cui stare fermi è impossibile.


Il problema di queste serate è che finiscono presto. La soluzione è il party organizzato da amici di amici, di cui tutti parlano come se la sua esistenza fosse fatto noto e assodato. Meglio: tutti ne parlano come se fosse già cosa venuta a noia. L'ultima frontiera dell'hipsteria. Quello a cui si assiste è una versione post-20 del Party del Matis, con tutta la gente giusta, quella che conta, che ascolta musica irrimediabilmente brutta senza nemmeno tentare di ballarla. Un po' come fare la fila per il bagno per lavarsi le mani.

Avant Garden