martedì 29 luglio 2014

Gigs - Rock Marconi Festival (@Sasso, 27/7/14)

Sabato sera eravamo a Castel di Casio a vedere un documentario sull'ultimo album di Guccini (non fate domande) e per non morire dalla noia spulciavamo Twitter, così abbiamo scoperto dell'esistenza del Rock Marconi Festival, due giorni di band emergenti a Sasso Marconi. La prima serata era annullata a causa della pioggia, così domenica abbiamo preso il treno e siamo andati a vedere che aria tirava a Sasso.
Tanto di cappello per l'organizzazione. La location era bellissima, il parco davanti a casa Papinsky, che per l'occasione era dotato di confortevoli divanetti, amache, biliardino, tavolo da ping pong, stand di birra artigianale, stand gastronomico a km0 e stand informativo del consultorio. Entrata a offerta libera, che fa sempre piacere. Vorrei non avere visto molti interpretarla come entrata gratuita.
Tra il pubblico c'erano giovani e giovanissimi, nonché genitori e cani, e l'atmosfera era più quella di una sagra di paese che di un festival di musica. Tanto che spesso chi suonava sul palco era ignorato a favore delle chiacchere selvagge.


Sul palco si sono alternate band rock e hip hop: il programma iniziale è stato fuso in un'unica giornata, il risultato è stato uno strano ma piacevole alternarsi di sonorità. Quando siamo arrivati suonavano the Groovy Guys, che di groove ne avevano da vendere e hanno spaccato, finendo in bellezza con la cover rivisitata anni '90, "Il principe di Bellaria". Il frontman (chiamiamolo così) riusciva a coinvolgere grazie alla sua cartola.
Sono seguiti i Volium, giovani rockettari che mi ricordano molto i Paramore, forse per la cantante donna, carina e con una gran voce. Nonostante le buone premesse, le canzoni non sono riuscite a sfondare il muro dell'originalità e sono rimaste sul piacevole ma noioso, anche perché i testi in inglese erano banalotti.
Poi i 6 Elementi, formazione di regaz evidentemente presissimi dall'hip hop, che ci credono veramente tantissimo, ma che forse non hanno ancora trovato niente di interessante da dire. Le basi sono piuttosto tamarre, i testi sembrano la solita roba rap trita e ritrita, poi oh io non sono un'appassionata del genere e non sono un'esperta (anzi sono ignorantissima), ma la noia era lì. Il pubblico impazzito mi smentirebbe, ma sospetto fossero motivati più dall'amicizia che da altro.
I Parsec si sono presentati con una strumentazione della madonna. Tecnicamente bravissimi, hanno suonato davvero bene, peccato per la formula della canzone parlata che mi fa piuttosto cagare. Non si capisce praticamente niente, è una cosa già vista e ci sarebbe stato molto meglio un cantato alla Ian Curtis. Forse sono influenzata dai Joy Division in sottofondo, vabbè.
L'ultima esibizione del genere hip hop è stata quella di Chiodo Fno, che per me è stata la rivelazione della serata. Ripeto che non sono per nulla un'appassionata del genere, ma di fronte a qualcuno che lancia dei messaggi così forti, con dei testi ragionati, che rasentano spesso la poesia, non rimango di certo indifferente. Le basi di Django DJ (si scriverà così?) poi l'hanno aiutato un sacco, quindi complimenti a entrambi.
A chiudere i Chicken Queens, i Black Keys della bassa. Bravi bravi bravi, io adoro i Black Keys (tasto dolente l'ultimo album, dimentichiamocelo un attimo), evidentemente anche loro li adorano. Forse dovrebbero ascoltare anche qualcos'altro, per attingere ispirazione anche da altre fonti e non sembrare una cover band dei Black Keys. Il cantante ha una gran bella voce ed è molto bravo a tenere il palco. Grandi potenzialità, con un po' di sperimentazione in più… si vedrà.
Finiti i live una navetta gratuita ci ha riaccompagnati praticamente sotto casa. Il festival ha tentato timidamente di spingere sul car sharing, purtroppo questo tentativo sembra non essere stato recepito dal pubblico.
Insomma sono rimasta favorevolmente colpita dall'organizzazione, meno colpita dalla musica, decisamente poco impressionata dal pubblico, generalmente impegnato più a polleggiarsela sul prato che a partecipare.

Rock Marconi Festival

Comunque, cari amici, potete smettervi di preoccuparvi dei miei report per un po'. Perché eravate preoccupatissimi, no? Per qualche mese il focus si sposterà su altro, non so bene nemmeno io su cosa, perché oggi pomeriggio prendo un aereo e io e Bologna ci rivedremo quando inizierà a cadere la neve. Migro a Sud, a organizzare dei festival decisamente troppo seri per me, in un cosiddetto paese in via di sviluppo. Tornerò sicuramente più abbronzata e ancora più agguerrita.