mercoledì 23 luglio 2014

Cinema - Transformers 4 di M. Bay e Jimi: All is by my side di J. Ridley

Ieri sera sono andata a vedere il nuovo dei Transformers, "L'era dell'estinzione". Perché? Ottima domanda. Il principale colpevole è questo articolo qua, che ha fatto credere in trappola il mio ingenuo partner in crime. L'altro colpevole è il vuoto della serata bolognese, ogni tanto capita che non ci sia un cazzo da fare.


Il film si apre (dopo 40 minuti di pubblicità e trailer, UCI merda) con gli alieni cattivoni che spazzano via i dinosauri dalla faccia della terra. Questo è solo l'inizio delle teorie complottiste da m5s. Il leitmotiv del film è: tutti quanti lavorano per qualcuno! Il gruppo Bilderberg, ovviamente, anche se non è mai citato. Fin dall'inizio, la trama è trascurabile. Un inventore texano (Mark Wahlberg), geniale ma al verde, trova un camion abbandonato in un cinema. Partono i luoghi comuni strappalacrime: figlia adolescente dolce e superfiga, casa in vendita, niente borsa di studio per il college, la mamma morta sarebbe fiera di te, blabla. Il camion è ovviamente il capo dei capi degli alieni buoni. Nel frattempo, gli alieni cattivi se ne vanno a zonzo per la Terra a sterminare tutti gli autobot, con la gentile collaborazione dei servizi segreti americani. I servizi segreti americani godono a loro volta della gentile collaborazione dello Steve Jobs del metallo (Stanley Tucci), che vuole conquistare il mondo sfruttando il materiale di cui sono fatti gli alieni, invece di sfruttare semplicemente la coglionaggine come fece l'originale.
Ben presto la dolce famigliola diventa l'obbiettivo del cartello di cattivoni e si salva solo grazie all'intervento del fidanzato della giovane pulzella in pericolo, un pilota di rally ventenne. Partono le infinite gag sul padre che scopre che la bambina è ormai donna e vuole fare il culo a strisce al tipo, o anche solo denunciarlo. Very American. Partono anche infiniti inseguimenti tra macchine (scusate ma… volete farmi credere che un camion va più veloce di un robottone? Un robottone coi razzi?) e prevedibili esplosioni. Il film ha una svolta gradita quando l'azione si sposta da Chicago a Hong Kong: evidentemente la produzione ha capito che il mercato asiatico è quello che tira di più. Steve Jobs entra nel team dei bravi ragazzi, Optimus Prime doma i Transformer dinosauri (whooo) e tutti vivono felici e contenti, salvo l'alieno-Lamborghini cattivo e il capo dei servizi segreti fanatico. Grazie a chi? Ma grazie alle armi. Le armi sono il vero eroe di questa storia. Le armi permettono al brav'uomo di difendere la figlia adolescente dagli alieni. Le armi permettono al bene di trionfare. Very American, again.
Sapientissimo uso degli sponsor, quasi non si nota che ci sono scene a caso piazzate lì solo per fare bella mostra della marca di birra o di lingerie. Mark Wahlberg al minimo storico, gli altri non ne parliamo neanche… tranne Stanley Tucci, che è la solita cartola, ma doppiato no. Da ricordare il personaggio idiota, che muore dopo mezz'ora, e la cinese stragnocca che fa kung fu. Rimane comunque incredibile il livello di superficialità nel ritrarre i personaggi, non ce n'è uno che non risponda a un preciso stereotipo. Ciò detto, Michael Bay riesce a incatenare una serie di tamarrate sempre più grosse, e visti quanto erano tammarri i precedenti apprezziamo l'impegno.

"Questi cannoni alieni spaccano"

Altri i toni di Jimi: all is by my side. La pellicola del 2013, presentata all'ultimo Biografilm, ripercorre il percorso di Hendrix dal nulla a Monterey, probabilmente perché la famiglia non ha concesso i diritti per le canzoni più celebri. Assistiamo quindi alla lenta, faticosa ascesa di un personaggio che difficilmente assocerei a Jimi Hendrix come me lo immaginavo: capriccioso, indifferente, scostante, insopportabile. Circondato da ragazze che, inspiegabilmente, si fanno in quattro per farlo sfondare (tra cui Linda Keith), la sua reazione standard è andare a scoparsi qualcun'altra, adducendo come scusa la madre assente. Nonostante questo, riesce a sbarcare a Londra, dove combina altri grossi casini e si fa manipolare in vario modo dai personaggi che lo circondano. Rari sono i momenti in cui finalmente Jimi si esprime, ad esempio l'incontro con Eric Clapton e il concerto in onore dei Beatles. Questi episodi dimostrano l'arroganza divertita di un ragazzino, priva di malizia. Gli si perdona tutto perché é un genio, o no?


Linda Keith, impersonata dalla graziosa Imogen Poots, è probabilmente il personaggio più bello del film. Linda è una modella inglese fidanzata con Keith Richards, che, determinata a rendere lo sconosciuto Hendrix una rockstar,  gli presta la famosa Fender Stratocaster bianca del fidanzato. Comincia così la loro tormentata storia d'amore, tormentata perché Hendrix non sembra riuscire a mettere in sequenza più di due parole alla volta, e perché alla prima gonnella più corta fugge come un allocco. L'altro personaggio degno di nota è Chas Chandler, ex-bassista degli Animals, che accompagna Hendrix nella sua ascesa con la pazienza di un santo.
 La fotografia e la regia sono ottime, nulla da eccepire. Bellissimi gli interni londinesi, luminosi e colorati. L'idea di John Ridley di ritrarre Hendrix in questo periodo di transizione, che sia stata obbligata o meno, è comunque ottima. e fa sentire poco la mancanza delle bellissime canzoni per cui il musicista è ricordato. Tutto sommato un bel film, anche se non un capolavoro.